Case vacanza: come tutelarsi dalle truffe
E’ arrivato il momento di pensare alle vacanze. Dove prenotare?
Sono sempre più le persone che consultano il web alla ricerca di un’offerta vantaggiosa. Confidando nell’onestà del prossimo, non pensano che ci possano essere dei truffatori professionisti, capaci di lucrare sull’ingenuità altrui.
Sebbene molto spesso i truffatori siano esperti del raggiro, esistono alcuni accorgimenti che ci permettono di tutelarci e prevenire spiacevoli inconvenienti.
Diffidare di alloggi con prezzo molto basso ma fotografie spettacolari: dietro potrebbe esserci il tentativo di un raggiro. Verificare sempre le foto della casa, magari facendosi inviare foto interne ed esterne dell’immobile se quelle dell’annuncio non sono sufficienti per capire se è tutto vero oppure no.
Controllare la data di iscrizione (mese e anno) dell’inserzionista sul portale. Proprietari più “anziani”, se truffatori, sarebbero già stati bloccati. Preferire quegli annunci che danno la possibilità di prenotare direttamente online, piuttosto che via mail o per telefono: si può contare sulla garanzia del portale, che trattiene la caparra fino all’ingresso in casa e, nell’eventualità di problemi o truffe, ne blocca il trasferimento al proprietario.
Richiedere all’inserzionista i suoi dati completi (telefono fisso verificato, telefono cellulare, nome e cognome etc.): questi è obbligato a fornirli. Diffidare se il proprietario non risponde mai al telefono o se dice che è in viaggio, ma che al vostro arrivo lui, o chi per lui, sarà ad aspettarvi sul posto.
Prima di fare un bonifico bancario assicurarsi che l’annuncio e chi lo ha inserito offrano garanzie sufficienti. Ad esempio, diffidare se l’Iban o il conto corrente del proprietario risultano all’estero (è molto semplice verificarlo, basta controllare le prime due lettere) mentre la casa si trova in Italia. Sono da evitare i pagamenti attraverso vaglia, carte prepagate o agenzie di money transfer (come Western Union o Money Gram). Il bonifico bancario e la carta di credito sono forme di pagamento più sicure poiché si ha modo di tracciare la transazione.
Non rivelare mai i propri dati personali che non siano direttamente legati e necessari per realizzare il contratto di locazione dell’alloggio. Non inviare mai i propri documenti, poiché potrebbero essere utilizzati per porre in essere altre truffe.
Diffidare dalla pratica delle phishing e dello smishing ovvero di quelle mail dove vengono mostrate delle offerte “urgenti” a cui si può aderire cliccando su un link specifico. In questo modo riescono a impadronirsi dei dati personali della vittima.
Chiedere a chi ha pubblicato l’annuncio un contratto firmato con i suoi estremi, anche se non è obbligatoria la registrazione qualora la locazione sia inferiore ai 30 giorni. Conservare tutta la corrispondenza per posta elettronica e messaggi.
Ricordare che chi affitta un immobile come casa vacanze può chiedere una caparra, una somma a titolo di anticipo per l’acqua, la luce ed il gas; al viaggiatore spetta il compito di controllare, una volta arrivati, che tutto sia perfettamente funzionante, per evitare qualsiasi fraintendimento alla riconsegna delle chiavi.
Dopo aver fatto tutti gli opportuni controlli, si può firmare il contratto con l’obbligo, da parte di chi affitta, di rilasciare regolare ricevuta di pagamento; per i periodi di permanenza in casa vacanze inferiori ai 30 giorni non c’è obbligo di denuncia alla Polizia ma solo se si è cittadini italiani, mentre per gli stranieri questa va sempre fatta entro un numero massimo di 48 ore.
Che cosa fare in caso di truffa?
Nel caso in cui, nonostante le dovute precauzioni, ci si trovasse a subire una truffa la prima cosa da fare è presentare denuncia (allegando tutte le eventuali prove) alla Polizia Postale e delle Comunicazioni, quale sezione della Polizia di Stato specializzata nell’azione di prevenzione e contrasto della criminalità informatica.
Proprio sul sito della Polizia Postale e delle Comunicazioni è indicato l’elenco dei recapiti dei suoi uffici regionali, cui è possibile rivolgersi nel caso si sia subito un illecito informatico. Si ricorda che la denuncia può essere anche effettuata preliminarmente via web, sempre sul sito della Polizia Postale (che in tal caso rilascerà una ricevuta ed un numero di protocollo), per poi essere confermata entro 48 ore nell’ufficio di Polizia prescelto all’atto della denuncia online. Ovviamente in alternativa la denuncia potrà essere proposta in qualsiasi sede di Polizia o Stazione dei Carabinieri, che provvederà a sua volta ad inoltrare la stessa all’ufficio competente.
E’ possibile richiedere anche l’immediato sequestro del sito o della casella mail pericolosi, per evitare che la truffa si ripeta e si diffonda. In seguito prenderà avvio un giudizio penale, in cui l’imputato, se riconosciuto colpevole, sarà condannato a un risarcimento del danno. Rimane comunque aperta la possibilità di promuovere anche un’azione di risarcimento del danno in sede civile.
Tuttavia, molto spesso la strada per il risarcimento appare tortuosa: ciò è determinato dalla difficoltà di individuare il responsabile, trattandosi frequentemente di soggetti abili nel nascondere possibili tracce che riconducano alla loro persona.